Gli italiani che si sono vaccinati in un Paese straniero (o che si sono ammalati di Covid e sono guariti all’estero) possono comunque ottenere il green pass: ecco tutto ciò che è necessario sapere.

Il ministero della Salute ha reso noto che le persone italiane registrate presso il Sistema sanitario nazionale che si sono vaccinate in un Paese straniero hanno diritto di richiedere e ottenere il green pass; lo stesso dicasi per coloro che all’estero hanno contratto il Covid e poi sono guariti, risultando così immunizzati. Tuttavia se i documenti relativi alla vaccinazione sono stati prodotti in una lingua diversa dall’inglese è necessaria una traduzione certificata, che deve essere realizzata da un professionista del settore.

Traduzioni certificate: tutto quello che serve sapere

Se fino a qualche mese fa le traduzioni certificate erano necessarie solo per i referti dei tamponi, adesso per fortuna se ne può parlare anche in riferimento ai vaccini. La traduzione del certificato di vaccinazione contro il coronavirus può essere utile non solo per gli italiani che devono viaggiare all’estero ma anche, appunto, per quelli che vivendo al di fuori dei confini nazionali vogliono tornare in Italia e desiderano potersi muovere liberamente. La traduzione certificata dei documenti correlati alla vaccinazione è diversa dalla traduzione asseverata, dal momento che in questo caso non c’è bisogno di un giuramento effettuato da parte del professionista che se ne deve occupare.

Il green pass per muoversi liberamente

Il green pass, vale a dire il passaporto vaccinale che permette di muoversi liberamente e di frequentare anche gli ambienti al chiuso, è disponibile per gli italiani (e per i loro familiari conviventi, anche se non hanno la tessera sanitaria) che si sono vaccinati all’estero con AstraZeneca, con Johnson & Johnson, con Pfizer e con Moderna; non per gli altri vaccini, come per esempio il russo Sputnik.

Come è fatto il certificato di vaccinazione

Nella maggior parte dei casi i certificati di vaccinazione che vengono rilasciati all’estero sono rappresentati da una dichiarazione che viene fornita da un ente accreditato, attraverso la quale si attesta che la vaccinazione contro il Covid è stata effettuata. La traduzione certificata può essere effettuata da una società o da un’agenzia di traduzioni: non solo verrà messa a disposizione la traduzione del documento, ma sarà fornita anche una certificazione attraverso la quale si attesta che il documento stesso è stato tradotto in modo fedele e corretto. Come si può facilmente intuire, la certificazione è scritta nella stessa lingua di traduzione del certificato.

Che cosa serve per avere il green pass se si è vaccinati

Oltre al certificato di vaccinazione, su cui sono riportate le date in cui sono avvenute le due somministrazioni, per ottenere il green pass è necessario fornire all’Asl di competenza un documento di identità e la tessera sanitaria. Ovviamente la traduzione è necessaria anche per chi si è ammalato di Covid all’estero ed è guarito e per chi è stato malato e ha ricevuto solo una delle due vaccinazioni teoricamente previste (per chi ha avuto il Covid, infatti, è necessaria solo una somministrazione).

La traduzione certificata non è una traduzione asseverata

Vale la pena di ribadire ancora una volta che la traduzione certificata non ha bisogno di essere asseverata; non serve, quindi, che il traduttore effettui un giuramento presso lo studio di un notaio, da un giudice di pace o in un tribunale. Lo scopo della certificazione è quello di attestare l’esecuzione del lavoro di traduzione in conformità con ciò che è scritto nel certificato vaccinale, il cui testo viene rispecchiato in modo fedele.

Cosa fare se è stata ricevuta unicamente la prima dose

Si può chiedere il green pass anche nel caso in cui quando ci si trovata all’estero ci si sia sottoposti solo alla somministrazione della prima dose di vaccino. A una condizione, però: non devono essere scaduti i termini di validità che sono definiti in considerazione del limite di tempo che non può essere superato per avere la seconda dose. Questo limite è di 84 giorni per il vaccino AstraZeneca, mentre è di appena 42 giorni per i vaccini a mRna, vale a dire Pfizer o Moderna. Come noto, invece, per il vaccino Jonhson & Johnson la dose è una sola, quindi il rilascio del green pass è automatico.

A che cosa serve il codice di autorizzazione

In tutti i casi, dopo che il ciclo vaccinale è stato completato e la procedura è andata a buon fine, il richiedente riceve un codice di autorizzazione, che poi è quello che servirà digitare per poter scaricare effettivamente il green pass. Ma dove si trova questo codice? In linea di massima esso viene trasmesso via sms al numero di cellulare indicato: a quel punto basterà andare sull’app Immuni per ottenere finalmente l’agognata certificazione verde.